Borgo del basso Cilento, il cui nome deriva dal latino montanus (di montagna) ma la tradizione narra che in origine si potesse riferire al nome di persona ‘San Montano’, le cui spoglie sarebbero state rinvenute in questa zona.
‘Antilia’ invece, potrebbe derivare dal latino ante Elios (davanti al sole) ma c’è un’altra versione secondo cui il nome deriverebbe da altilia ossia una zona caratterizzata da antichi edifici.
Nel centro storico spiccano tra gli altri monumenti, la Chiesa madre con affreschi risalenti al XVIII secolo, il campanile decorato con maioliche della piazzetta San Nicola e la rurale chiesetta della Madonna di Loreto.
I boschi circostanti sono caratterizzati da una rigogliosa flora, in particolare da querce e castagni. Qui oltre a cereali, noci, olive e uva, troviamo le castagne che vengono cucinate in vari modi e rappresentano un prodotto tipico della tradizione.
Per un antico privilegio, le popolazioni di Massicelle, Futani e Montano dipendevano dalle chiese parrocchiali di Cuccaro presso le quali trovavano sepoltura i morti.
Per i primi due casali non abbiamo conferme documentali, non così per Montano. Un primo dato lo ricaviamo da una richiesta che quasi certamente i vescovi di Capaccio avanzarono a Roma perché si autorizzasse la costruzione in Montano di una parrocchia adducendo il motivo che le distanze per il trasporto delle salme erano notevolmente lunghe.
L'Antonini colloca questo evento nel 1493, mentre un manoscritto dell'Archivio capitolare di Vallo lo colloca nel 1466, precisamente quando mons. Francesco Conti annunziò al sindaco e agli eletti di Montano, nell'abbazia di Pattano, l'avvenuta concessione. L'esattezza di questa notizia è confermata da un decreto di mons. Raymondi che richiama la consacrazione della chiesa avvenuta il 25 luglio 1493. Ciò trova conferma anche in un inventario della chiesa di S. Pietro di Cuccaro, dal quale si rileva che nel 1478 Corrado Malleo, vicario generale della diocesi di Capaccio staccò con un decreto, ratificato con la bolla del 1548 da Paolo III, Montano da Cuccaro e Massicelle. La separazione avvenuta in epoca remota, «ab antiquissimo», è scritto nel R Q. Senza dubbio prima del 1463, quando re Ferrante donò, tra l'altro, anche la terra di Montano e Massicelle al genero Alfonso Piccolomini, duca di Amalfi.
In altri documenti è detto, però, che Montano e Massicelle, «siti nelle pertinenze di Cuccaro» nel 1509 erano posseduti dalla famiglia de Restayno. Il funzionario l'aveva rilevato da una donazione fatta in quell'anno da Gaspare de Restaymo al suo ultimogenito Luigi, donazione relativa sia ai feudi di Montano e Massicelle che a quelli di «Massanova, Lentisco, S. Pietro e la Massa siti nelle Pertinenze di Roccagloriosa».
Il 14 luglio del 1638, il viceré Filippo de Guzman, duca di Medina, concesse il regio assenso per la vendita dei casali «di Montana e Massicelle», fatta sub asta per ordine del Sacro Regio Consiglio a favore di Giovan Battista Monforte, signore di Laurito.
Sulla scia di Bernardino Rota, che nelle sue Metamorfosi ricorda Montano e il monte Antilia, da cui l'odierno toponimo, l'Antonini giudica la località «della più perfetta aria che desiderar si possa, ed è abbondantissima di noci, castagne e querce».
Il Giustiniani ci informa che il numero delle famiglie subì un incremento, diversamente da quanto accadde altrove, fino al 1648. Successivamente si verificò un forte calo demografico, così come accadde negli altri casali, a causa delle peste del 1656.
Festa della Birra artigianale nel bosco dal 12 al 14 luglio
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